Nel decreto Madia le norme sulla riforma del TPL

22 Febbraio 2016

E’ ancora in fase di stesura il decreto Madia che, nell’ambito della riforma della pubblica amministrazione, cambierà anche la gestione dei servizi pubblici locali ora in mano alle ex municipalizzate: trasporto pubblico locale, acqua, rifiuti, energia elettrica e gas.
Il 20 gennaio scorso il primo via libera del Consiglio dei ministri, poi il provvedimento è stato riaperto per introdurre le norme sul Tpl del ministro Delrio. L’agenzia Public Policy ha individuato nel dettaglio le norme inserite nella bozza su cui continua a lavorare il Governo.
Prima di tutto, dal 2018 gli autobus più inquinanti non potranno più circolare. I contratti di servizio stipulati dalle società di trasporto pubblico locale, dopo al 31 dicembre 2017, “non possono prevedere la circolazione di veicoli a motore appartenenti alle categorie M2 ed M3, alimentati a benzina o gasolio con caratteristiche antinquinamento Euro 0 e 1”. “I casi di esclusione dal predetto divieto per particolari caratteristiche di veicoli di carattere storico o destinati a usi specifici” saranno disciplinati “con uno o più decreti del ministro delle Infrastrutture”. Le aziende di Tpl, comunque, potranno ricorrere alla locazione per acquisire materiale rotabile per il trasporto ferroviario e autobus per trasporto su gomma, posto che l’affitto duri almeno un anno.
Autobus, metro e tram dovranno essere dotati di sistemi elettronici per il conteggio dei passeggeri “ai fini della determinazione delle matrici origine/destinazione”. I mezzi di superfice, come i bus, dovranno anche essere dotati di sistemi satellitari per il monitoraggio elettronico del servizio. Chi viaggerà senza biglietto incorrerà in una multa fino a 200 euro. “La violazione degli obblighi comporta l”applicazione di una sanzione pecuniaria da definirsi con legge regionale. In assenza di legge regionale, la sanzione è pari a sessanta volte il valore del biglietto ordinario e comunque non superiore a 200 euro”.
Ai Comuni l’impegno di destinare specifiche quote delle risorse dell”Unione europea per investimenti in nuove tecnologie per il Tpl, previste dal Piano nazionale di azione sui sistemi di trasporto intelligenti (ITS). Le modalità per la diffusione delle nuove tecnologie dovranno essere inserite dagli Enti locali nei Piani urbani del traffico.
A carico delle imprese che se ne occupano “l’onere per il mantenimento e il rinnovo del materiale rotabile e degli impianti”, con esclusione delle manutenzioni straordinarie e delle infrastrutture che dovrebbero rimanere di proprietà pubblica. Le aziende di Tpl, inoltre, saranno obbligate a incrementare il rapporto tra ricavi e costi dei servizi di almeno il 30% per le Regioni del Sud e delle Isole e del 40% per le altre Regioni, con una maggiorazione in entrambi i casi del 10% per i servizi offerti nel territorio delle città metropolitane.
ll Fondo per il concorso finanziario dello Stato al trasporto pubblico locale, per il primo anno sarà suddiviso tra le Regioni in una quota pari al 10% per poi essere incrementata ogni anno del 5% fino a raggiungere il 20%.
Sarà l’Autorità di regolazione dei Trasporti a definire gli schemi dei contratti di servizio del Tpl, a determinare gli “obiettivi” dei bandi di gara, a disporre “lo svolgimento di procedure” di gara “che prevedano obbligatoriamente la riscossione diretta dei proventi da traffico da parte dell”affidatario” e l”entrata a regime di misure “in grado di garantire all”affidatario l”accesso a condizioni eque ai beni immobili e strumentali necessari all”effettuazione del servizio”. Le aziende che vorranno partecipare ai bandi di gara saranno obbligate a possedere il requisito di idoneità economica e finanziaria “di un patrimonio netto pari almeno al 20% del corrispettivo annuo posto a base di gara”

Fonte: www.trasporti-italia.com