Presentata la prima ricerca sugli spostamenti e la mobilità condivisa: traffico e mezzi poco frequenti i principali problemi per chi vuole spostarsi senza l’auto

1 Giugno 2017

In Italia, il 61% dei 70mila interpellati con la prima «Indagine nazionale sugli spostamenti e la mobilità condivisa nelle Università» – promossa dal Coordinamento nazionale dei mobility manager di ateneo con il supporto della Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS) e il coordinamento scientifico dell’Università di Milano-Bicocca – sostiene di andare più volentieri a lezione in bicicletta e a piedi che in auto. Ma poi a usare mezzi propri (a due o quatro ruote) sono solo il 22%, mentre il 61% utilizza mezzi pubblici (autobus e treni). Nel primo studio di questo genere in Europa, sono stati intervistati studenti di 37 università, con questionari online. Mediamente, hanno dichiarato, impiegano un’ora e quaranta minuti per i trasferimenti: raggiungere i luoghi di studio e tornare a casa. Con un impatto medio sull’ambiente di 4,5 chilogrammi a testa di CO2 ogni giorno.
Fra i problemi che studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo incontrano più spesso, viene citato il traffico (soprattutto al Sud e nelle Isole), l’eccessivo affollamento dei mezzi pubblici (in particolare al Nord) e la loro assenza o scarsa frequenza, regolarità e puntualità.
Particolare attenzione è stata dedicata alla mobilità condivisa (la «sharing mobility»), nel tentativo di esplorare le soluzioni innovative per ridurre l’impatto negativo della mobilità delle auto private sull’ambiente. Car sharing e bike sharing le opzioni più quotate. Gli studenti che condividono il viaggio con altre persone, lo fanno in genere con i compagni di studio e gli amici; mentre docenti e tecnici-amministrativi «viaggiano» soprattutto con i familiari. A far optare per servizi di sharing mobility sono diversi fattori: convenienza economica, rispetto dell’ambiente, possibilità di non pagare il parcheggio e maggiore adeguatezza rispetto agli spostamenti personali.
Misurando il «gradimento», la ricerca ha trovato che piedi e bicicletta sono maggiormente apprezzati con «voti» medi di 7 e 7,5 su 10, seguiti da sharing mobility (6,6), moto e scooter (6,5). Il gradimento medio è invece più contenuto per treni (5,1) e automobili (5,3). Misurando la soddisfazione generale legata agli spostamenti casa-Università su una scala di giudizio da 1 a 10, si registra un valore medio quasi sufficiente, pari a 5,8. I livelli di soddisfazione generale per lo spostamento casa-Università sono tendenzialmente più alti nel Nord Italia, sebbene vi siano atenei nel Sud e nelle isole che presentano valori elevati come Salerno, Potenza, Messina e Cagliari. Le aree nelle quali sono maggiormente richiesti interventi migliorativi sono quelle delle agevolazioni economiche per l’uso dei mezzi pubblici e del loro potenziamento.
Analizzando le diverse categorie, gli spostamenti degli studenti sono caratterizzati da un utilizzo consistente dei mezzi pubblici (64%) più che di quelli privati (18%). Docenti e personale tecnico-amministrativo usano più spesso i mezzi privati (rispettivamente il 43 per cento e il 49 per cento) e presentano differenze nell’uso della mobilità attiva-lenta, che interessa il 16 per cento dei docenti (un valore vicino al 17% degli studenti) rispetto al 12% dei tecnici-amministrativi. Sebbene sia ancora caratterizzata da percentuali contenute, quindi, la scelta dei servizi di sharing mobility appare più frequente tra studenti, professori e ricercatori.

Fonte: Corriere della Sera