Roma: “Il traffico è il tallone d’Achille”

28 Maggio 2015

Il tallone d’Achille di Roma è il traffico: i problemi quotidiani della mobilità urbana penalizzano non solo la vita dei residenti, ma sono valutati sempre più criticamente da tutte le categorie di visitatori. Roma è l’unica capitale europea in cui il servizio di trasporto pubblico non rappresenta la spina dorsale della mobilità cittadina. Basti considerare che nell’ora di punta della mattina assorbe appena il 28% della domanda di mobilità. La maggioranza dei romani (il 58%) ritiene che il principale fattore che manca alla capitale per essere una città moderna è proprio un efficiente sistema di trasporto pubblico, questione anteposta persino alla vivacità economica e occupazionale (segnalata dal 45% dei cittadini) o alla carenza di grandi attrezzature culturali (musei, gallerie, auditorium: 21%). È quanto emerge dal 2° numero del diario “Roma verso il Giubileo” del Censis, che ha l’obiettivo di cogliere e descrivere i principali temi nell’agenda cittadina in vista dell’Anno Santo attraverso una serie di note di approfondimento diffuse nel corso del 2015.
Con una concentrazione di mezzi privati impressionante e un enorme parco circolante (2,5 milioni di veicoli, di cui 1,9 di automobili), Roma ha un tasso di motorizzazione elevatissimo (856 veicoli ogni 1.000 abitanti) e il tempo medio di spostamento di chi viaggia in auto a Roma nelle ore di punta del mattino si attesta sui 45 minuti, a causa della congestione del sistema viario. A questo si aggiungono una rete stradale malmessa e i 16.000 incidenti stradali annui, con oltre 20.000 feriti e circa 150 vittime: un fenomeno che in termini complessivi ha un costo sociale stimato in 1,3 miliardi di euro (quasi 500 euro a testa all’anno).
Con una estensione di 53 km, a Roma le linee della metropolitana servono 278 milioni di passeggeri l’anno. La capitale deve recuperare un notevole ritardo storico sul fronte infrastrutturale e sicuramente non regge il confronto con le altre capitale europee: si tratta di città in cui scavare nel sottosuolo è certamente più semplice, ma che hanno considerato il trasporto collettivo una priorità e dove oggi l’estensione della rete ha ben altre dimensioni. Si va dai 146 km di Berlino ai 213 km di Parigi, dai 293 km di Madrid fino ai 402 km di Londra. Ma Roma non regge il confronto neanche con città più piccole. Ad esempio, Monaco di Baviera, che ha un quarto della superficie di Roma e la metà dei suoi abitanti, ha inaugurato la sua metropolitana in occasione dei Giochi Olimpici del 1972 e oggi può contare su ben 6 linee e 103 km di rete. E la stessa Milano, che ha aperto la sua prima linea nel 1964, con la recente estensione della M5 ha raggiunto 95 km di rete e 328 milioni di passeggeri all’anno.
Meglio invece – spiega il Censis – la rete del trasporto pubblico di superficie su gomma che è tra le più estese d’Europa: più di 3.500 km di linee, 7.000 fermate, oltre 2.000 bus impiegati. Ma si tratta di un’offerta, sottolinea il Censis, ancora poco gerarchizzata, con l’effetto paradossale di avere mezzi sovraffollati su alcune linee e in alcuni orari, e quasi un terzo caratterizzato da insufficienti livelli di utilizzo da parte dell’utenza. Inoltre, nell’ora di punta del mattino il tempo medio di viaggio per chi usa l’autobus si attesta sui 50 minuti per spostamenti che in media sono di poco superiori a 10 km. Nelle ore di punta, all’interno dell’anello ferroviario la velocità commerciale varia da 12-15 km/h. Scarseggiano le corsie preferenziali (ferme ad appena 100 km di estensione) e i mezzi rimangono invischiati nel traffico, dove è molto diffuso il fenomeno della sosta in doppia fila. Il nuovo Piano urbano del traffico, da poco approvato, punta ad aumentare del 40% le corsie preferenziali e del 20% la velocità dei mezzi sugli assi portanti. Il biglietto (1,50 euro) è uno dei meno cari d’Europa (a Parigi costa 1,80 euro, a Berlino 2,70, a Londra parte da 3,20 euro), tuttavia il Comune stima un 35-40% di evasione sui mezzi di superficie.
Nonostante la domanda potenziale sia in crescita, l’uso della bicicletta è ancora trascurabile. Con 258 km, secondo il Censis Roma è la città italiana con la maggiore estensione di piste ciclabili. Ma rapportando il dato alla popolazione residente, a Bologna si ha 1 km di pista ciclabile ogni 3.000 residenti, a Firenze ogni 6.500, a Torino ogni 8.100, a Milano ogni 10.000 e nella capitale il valore più basso: 1 km ogni 11.000 abitanti. Infine, il car sharing a flusso libero promosso da Car2Go, con 500 auto, e da Enjoy-Eni, con 600 vetture rappresenta un nuovo modo di spostarsi: dopo pochi mesi dall’avvio del servizio, gli abbonati sono più di 100.000.
Le osservazioni del Censis trovano d’accordo anche Guido Improta, assessore alla Mobilità di Roma: “Il secondo numero del diario ‘Roma verso il Giubileo’ pubblicato oggi richiama l’attenzione su criticità già ben note all’Amministrazione capitolina che proprio per questo si è assunta la responsabilità di approvare un Piano Generale del Traffico con l’obiettivo di cambiare radicalmente il sistema della mobilità romana. Il Pgtu è infatti una sintesi scientifica e politica di come soddisfare le esigenze dei cittadini e rispondere a problemi complessi, ma ormai incancreniti”. Anche per questo “la Giunta Marino sta puntando ha puntato sulla cosiddetta ‘cura del ferro’: sono già state aperte al pubblico 15 stazioni della Linea C della metropolitana, ulteriori 6 saranno operative entro la metà di luglio, ed è stata aperta la stazione Jonio della Linea B1, che ha già determinato un incremento di 66.000 validazioni nel primo mese di entrata in esercizio. Si tratta di un totale di circa 20 km di nuove linee metropolitane. Inoltre, con il verbale di intesa firmato tra Roma Capitale e Rfi-Rete Ferroviaria Italiana, e grazie all’inserimento dell’opera nel contratto di programma tra lo Stato e RFI per il periodo 2012-2016, sarà aperto al pubblico entro la metà del prossimo anno un ulteriore segmento dell’anello ferroviario, quello tra Pineto e Vigna Clara. Quanto al trasporto su gomma, dopo aver raggiunto nel 2013 l’obiettivo prioritario di evitare il fallimento economico-finanziario di Atac, l’Amministrazione è ora impegnata nel rilancio industriale dell’Azienda attraverso la razionalizzazione della rete di superficie e la riorganizzazione aziendale. È stata già bandita una gara per l’acquisto di 700 nuove vetture, di cui entro l’anno è previsto l’arrivo delle prime 100”.
“Tra gli obiettivi principali dell’Amministrazione, attraverso la realizzazione del Pgtu – conclude Improta – c’è anche quello di giungere ad una maggiore condivisione degli spazi limitando il traffico veicolare privato con un sistema di premialità dei comportamenti virtuosi e non con una logica di controllo e repressione. Gli obiettivi che si conta di raggiungere sono: 2% di uso sistematico della ciclabilità entro due anni (4% su base cittadina e 10% per il centro storico entro 5 anni); aumento del 20% della velocità commerciale del servizio di Trasporto Pubblico; aumento del 20% degli utenti del Trasporto Pubblico; rispetto dell’impegno con l’Unione Europea di dimezzare nel 2020 i morti sulle strade rispetto al 2012; realizzazione di almeno un’isola ambientale in ogni municipio nei prossimi due anni; creazione di nuove isole ambientali e progressiva autorizzazione alla circolazione in centro storico ai soli mezzi a basse emissioni”.

Fonte: Eco dalle Città