Auto elettrica: tanti investimenti ma diffusione lenta

31 Ottobre 2019

auto-batteriaNei giorni scorsi, in occasione della tavola rotonda con la filiera della mobilità organizzata alla vigilia di #FORUMAutoMotive, è stato presentato dalla società globale di consulenza aziendale AlixPartners lo studio “Nuova mobilità, vecchie sfide”.
Giunto alla sua sua 16° edizione, il rapporto fotografa i principali trend in atto nel mercato automotive mondiale e la previsione delle sue linee di sviluppo. Se nel prossimo futuro il panorama sulle strade è destinato a cambiare i dati raccolti nello studio evidenziano che quella delle auto elettriche, almeno nel breve periodo, non sarà una marcia trionfale ma un lento cammino destinato a creare non pochi problemi all’industria automobilistica nel suo complesso.
“L’industria automobilistica – si legge nel rapporto – si appresta ad attraversare un “Un deserto del profitto” a causa degli investimenti per il passaggio all’elettrico e all’autonomo, degli obiettivi di riduzione della CO2 e del rallentamento dei mercati chiave a livello globale”.
Nel suo intervento di presentazione del rapporto, Dario Duse, Managing Director di AlixPartners ha evidenziato le contraddizione che caratterizza questa fase di passaggio dalla propulsione endotermica a quella elettrica: “Il mercato automotive – ha sottolineato – vive oggi un paradosso: sono sempre più consistenti gli investimenti delle case automobilistiche sull’elettrico, raggiungeranno globalmente la cifra di 225 miliardi di dollari nel 2023, con un’offerta di modelli in Europa che si amplierà passando dagli attuali 62 (ibridi plug-in ed elettrici) a più di 230; la penetrazione di vetture elettriche è destinata per ora a rimanere limitata e il repentino calo delle motorizzazioni diesel è andato finora a favore di vetture a benzina. Di questo passo sarà difficile raggiungere gli obiettivi di emissioni medie delle flotte imposti per il 2020 (95 gr CO2/km) e il 2025 (81 gr/km) con conseguente impatto negativo sui conti delle case costruttrici.
“La rivoluzione elettrica – ha concluso – potrebbe produrre anche un potenziale calo del 20% dei ricavi per concessionarie e officine di autoriparazione, in virtù del progressivo spostamento a vetture elettriche con costi e frequenza di manutenzione sensibilmente ridotti. In Italia nel 2025 il peso dei motori diesel sarà del 36%, in continua discesa (16% nel 2030), a tutto vantaggio delle motorizzazioni ibride, mentre le vetture elettriche si attesteranno all’8% (13% considerando anche le vetture ibride plug-in)”.

Fonte: ClickMobility