6 Novembre 2025

Bologna mantiene saldamente la prima posizione e si conferma la città più “eco-mobile” d’Italia. Vince ancora una volta per una buona dotazione di servizi di trasporto pubblico e un elevato numero di passeggeri trasportati, un basso indice di mortalità sulle strade, oltre che per una buona dotazione di servizi di sharing mobility, uno dei più contenuti indici di motorizzazione e per il parco circolante più ricco di veicoli a basso impatto. E, come se non bastasse, per una discreta qualità dell’aria a dispetto della posizione padana della città.
Venezia al secondo posto e Milano al terzo completano il podio. Nella “top ten” spicca Brescia al quarto posto, seguita da Firenze e Torino. Completano le prime dieci posizioni Bergamo, Brescia, Padova e Trento. Roma recupera due posizioni ma si attesta soltanto al diciottesimo posto. Solo al venticinquesimo posto, è Bari la prima città del sud. In fondo alla classifica della mobilità sostenibile Potenza, poco più su Sassari e Latina.
La graduatoria delle città alla ricerca di una mobilità più sostenibile è contenuta nel diciannovesimo Rapporto “Mobilità sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 città”, elaborato da Euromobility con il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Il Rapporto segnala che continua ad aumentare (+0,7%) il tasso di motorizzazione nelle principali 50 città italiane (si attesta a 63,5%, mentre a livello nazionale si è sforata per la prima volta la soglia di 70 auto ogni 100 abitanti, +1,2%), anche se aumenta il numero di veicoli a basso impatto, che raggiungono complessivamente il 19,0% del parco nazionale. L’aumento riguarda i veicoli ibridi ed elettrici che aumentano del 30%. Al palo invece i veicoli a GPL (8,1% sul totale) e metano (2,3% sul totale).
In lieve peggioramento la qualità dell’aria, complici forse le condizioni meteorologiche sfavorevoli: il numero medio di giorni di superamento del limite per le polveri sottili passa infatti da 23 a 27, mentre la media annuale rimane praticamente stabile (25,9 contro i 25,6 dell’anno precedente). Sono 30 le città che rispettano tutti i limiti di normativa, contro le 32 del 2023.
Rallenta la sharing mobility, almeno in parte. Rispetto al 2022, infatti, lo scooter sharing perde metà della flotta, mentre sono 3 in meno le città in cui sono attivi servizi di car sharing. Se la cavano meglio le flotte di bike sharing che, sebbene contino il 14% di veicoli in meno, servono una città in più, e i monopattini in sharing che, con quasi 40.000 veicoli e 25 città coperte, rappresentano il servizio di mobilità condivisa più diffuso, in attesa di valutare gli impatti della stretta normativa avvenuta nel 2025.
Sono questi i dati più rilevanti che emergono dal rapporto che fotografa le principali 50 città italiane: tutti i capoluoghi di Regione e delle Province autonome e i capoluoghi di Provincia con il maggior numero di abitanti.
“Questo diciannovesimo Rapporto – sottolinea Lorenzo Bertuccio, Presidente di Euromobility – conferma ancora una volta un Paese a due velocità, come testimoniato dalla stragrande maggioranza degli indicatori che abbiamo preso in considerazione. Vetustà del parco circolante e veicoli a basso impatto, primi fra tutti quelli ibridi ed elettrici, servizi di trasporto pubblico e passeggeri trasportati, dotazione di corsie ciclabili e servizi di sharing mostrano tutti un sud che arranca sulla sostenibilità. Un indicatore, invece, mette tutti d’accordo, le auto possedute, che aumentano ancora, +0,7% nelle città del nostro osservatorio, da 62,8 a 63,5 auto ogni 100 abitanti, mentre a livello nazionale per la prima volta è stato superato il tetto di 70 auto ogni 100 abitanti. Questo indicatore conferma ancora una volta che occorre decisamente più coraggio per puntare a una mobilità più sostenibile e far sì che i cittadini sentano meno il bisogno di possedere un’auto e usarla smodatamente. Le eccezioni iniziano ad esserci anche nel nostro Paese e questo è un segnale incoraggiante”.
Fonte: Ferpress