13 proposte ACI-Legambiente a Governo ed Enti locali

11 Ottobre 2011

aci-300x151ACI, socio fondatore di TTS Italia, e Legambiente esprimono un giudizio severo sulle misure adottate dai primi cittadini per rendere più efficiente il sistema dei trasporti e per offrire servizi migliori di mobilità sul territorio. “Stiamo perdendo di vista la mobilità per tutti, sicura e sostenibile dal punto di vista sociale, economico e ambientale. Pesa il flop delle politiche finora adottate dai sindaci. La gestione dell’attuale sistema di mobilità urbana è da azzerare: serve un coordinamento nazionale della mobilità che stabilisca provvedimenti omogenei e vincolanti per i Comuni”. Lo affermano il presidente dell’ACI, Enrico Gelpi, e il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza. L’occasione è la presentazione del documento “La mobilità per tutti nella città di domani”: 13 proposte di ACI e Legambiente per la mobilità sostenibile. 
Illustrato a conclusione della settimana europea dedicata alla mobilità sostenibile, il documento è stato discusso con i principali organismi di rappresentanza dei cittadini e delle categorie imprenditoriali e commerciali: da Confcommercio a Asstra; da Unrae a ANCE; da CGIL a INU e ISFORT, fino alle associazioni per i diritti dei pedoni e dei ciclisti.
ACI e Legambiente sollecitano l’emanazione di una legge quadro che permetta di attuare un piano della mobilità di medio e lungo periodo che consenta finalmente un’efficace governance della mobilità urbana, superando la modalità dell’intervento d’emergenza. A questo scopo la norma quadro pensata da ACI e Legambiente dovrebbe prevedere una Valutazione di Impatto sulla Mobilità, una sorta di procedura preliminare a qualsiasi intervento urbanistico-territoriale che valuti l’opportunità della realizzazione sulla base dell’accesso ai servizi di mobilità. La norma quadro dovrebbe altresì stabilire criteri uniformi che guidino gli amministratori nella scelta dei provvedimenti da adottare per limitare il traffico. Non solo individuando le tipologie di veicoli in base alle dotazioni tecnologiche, ma anche alternative di trasporto, una segnaletica ad hoc per le limitazioni, e una metodologia di valutazione ex-post dei provvedimenti che misuri i risultati e permetta di comunicarli ai cittadini.
La priorità negli investimenti per la mobilità, secondo ACI e Legambiente, dovrebbe essere data alla flotta del trasporto pubblico locale, perché diventi meno inquinante e più adeguata all’estensione del centro urbano e al numero di abitanti. In questo modo verrebbe prima potenziata l’accessibilità ai centri urbani e poi si potrebbe eventualmente valutare l’introduzione nelle grandi aree del road pricing, definendo criteri uniformi per le politiche tariffarie.
Nella ricetta di ACI e Legambiente per la mobilità sostenibile ci sono lo sviluppo di parcheggi di scambio e residenziali non su strada, l’ampliamento del numero e dell’estensione delle isole pedonali e delle “zone 30”, nonché la diffusione di sistemi razionali di sosta a pagamento, con tariffe differenziate per zona e orario. Particolare attenzione è riservata agli utenti deboli della strada (pedoni, ciclisti, disabili) per i quali si dovrebbero stanziare molte più risorse per la realizzazione di isole pedonali e reti di piste ciclabili. Per fluidificare la circolazione lungo le grandi arterie, invece, si dovrebbero realizzare vie verdi con sosta vietata.
Per favorire la diffusione di auto più moderne, sicure e a minore impatto ambientale, soprattutto in ambito urbano, sarebbe poi necessario un piano nazionale o territoriale di incentivi e facilitazioni economiche a vantaggio delle famiglie. Solo così si potrebbe svecchiare il parco circolante di città come Napoli (dove il 53% delle auto ha più di 10 anni di età), Palermo e Bari (43%), Roma e Torino (30%), Bologna e Milano (28%). Firenze è l’unica metropoli dove il numero delle auto con meno di due anni supera quello delle over10.
Tra gli interventi legislativi, ACI e Legambiente suggeriscono anche la rimodulazione e la semplificazione del meccanismo del bollo auto, da rapportarsi non più alla potenza ma alle emissioni di CO2: un “bollo auto” che torni “bollo di circolazione”, ossia una tassazione proporzionale all’uso dell’auto. E per costruire una vera e propria cultura della mobilità sostenibile, le due associazioni raccomandano di promuovere con più convinzione meccanismi di incentivazione per il car-sharing (l’auto in multiproprietà), il car-pooling (l’utilizzo dell’auto in almeno tre persone) e la formazione per l’uso responsabile del mezzo privato in ambito urbano.
ACI e Legambiente richiamano infine le componenti pubbliche e private della filiera della mobilità a non guardare al futuro concentrandosi solo sul contenimento delle emissioni inquinanti. Si rischia altrimenti di perdere di vista l’altra criticità della mobilità, che attanaglia soprattutto i centri urbani: il traffico. Se anche tutti i veicoli circolanti in città fossero a impatto ambientale nullo, l’aria sarebbe un po’ più pulita ma le strade rimarrebbero comunque congestionate.

Fonte: Eco dalle Città