Auto condivisa nel nuovo Codice della strada: la richiesta di Aniasa

18 Febbraio 2019

La smart mobility, e la mobilità condivisa in particolare, deve essere riconosciuta nel Codice della strada. E’ quanto richiesto dall’Aniasa, associazione delle aziende italiane di autonoleggio e servizi automobilistici, nel corso di un’audizione alla Camera dei deputati, in commissione Trasporti, dove è in corso il dibattito sulle modifiche alle norme della circolazione.
In particolare, sono tre le richieste avanzate dall’associazione ai deputati della Commissione. La prima è l’introduzione nel nuovo Codice della strada della definizione di “veicolo condiviso” con l’armonizzazione delle regole nei diversi Comuni in materia di accesso alle ztl e corsie preferenziali, segnaletica stradale, parcheggi dedicati.
La secondo proposta è quella di permettere a taxisti e Ncc (noleggio con conducenti) di operare anche con auto a noleggio e non esclusivamente di proprietà o in leasing come recita oggi la legge. Analogamente, ed è la terza richiesta di Aniasa, dovrebbe essere consentito anche il renting di un veicolo merci (sopra i 60 quintali di portata), formula oggi ammessa solo tra aziende iscritte all’Albo degli autotrasportatori in conto terzi.
“L’attuale Codice risale a oltre 25 anni fa”, sottolinea Massimiliano Archiapatti, presidente Aniasa, “ormai costituisce un ostacolo all’affermarsi di nuovi e più sostenibili modelli di utilizzo dei veicoli, come il noleggio a breve e lungo termine e lo sharing”. Un settore che si sta progressivamente affermando sul mercato: stando ai dati dell’associazione, rappresenta il 23% del totale nuove immatricolazioni in Italia (anno 2018), viene utilizzato ogni giorno da 900mila persone in modalità lungo termine, da 94mila al giorno in breve termine e da 19mila in car sharing.

Fonte: L’Automobile