Coinvolgere i cittadini per una vera smart city

28 Giugno 2017

Secondo il report condotto da Cisco e Digital Transformation Institute (DTI) per realizzare una vera smart city è necessario coinvolgere i cittadini fin dalle fasi progettuali.
Le iniziative in ambito smart city, sottolineano i curatori del report, possono scontrarsi con difficoltà oggettive, che riducono potenzialità e risultati. Eppure, aggiungono, gli strumenti a disposizione ci sono tutti: le tecnologie sono consolidate e facilmente accessibili, l’attenzione al tema del digitale è molto più alta che in passato, gli esempi di successo a cui ispirarsi non mancano e le persone sono sempre più connesse alla rete.
Per attivare un progetto smart city, spiega il rapporto, è innanzitutto essenziale avere ben chiaro quale è il modello di città intelligente che è più in grado di trasformare in senso positivo, attraverso il digitale, la comunità: un modello che sia sostenibile economicamente, vale a dire basato sulla capacità di un territorio di attivare collaborazione fra pubblico, privato e società civile, dal punto di vista socio-culturale, cioè incentrato sulle esigenze quotidiane dei cittadini. La smart city deve essere prima di tutto “umana” e affinché sia così è necessario che amministratori informati e cittadini attivi condividano una visione comune.
C’è poi la dimensione organizzativa, particolarmente complessa perché composta da molti fattori, tra cui la capacità di coinvolgere il territorio, la pianificazione degli interventi e la scelta dei criteri per misurare i risultati. Ciò che è spesso mancata è una governance che tenga conto di tutte le competenze necessarie al progetto, a tutti i livelli, con continuità. Una smart city, spiegano gli esperti, deve avere un budget dedicato alle iniziative di innovazione, anche se limitato. Ma non basta: senza la capacità di integrare e fare interagire investimenti pubblici e privati, la giusta ripartizione dei finanziamenti e la garanzia di stabilità per i privati nel lungo periodo, anche in caso di un cambio di amministrazione, ci si trova davanti un pendio difficile da scalare.
Altro elemento imprescindibile è il coinvolgimento della comunità fin dalle fasi iniziali dei progetti. Quanto più quest’ultimi si adattano alla struttura della società e del territorio urbano, tanto più producono valore. Per garantire questa resilienza positiva, avverte il rapporto, serve però un cambio di paradigma, che richiede anche di introdurre nuove piattaforme capaci di integrare le applicazioni e i flussi di relazione tra PA e cittadini.
Non può certamente mancare la tecnologia. Il problema è capire quali siano gli strumenti hi-tech davvero necessari, evitando di sperperare risorse importanti su ciò che poi non viene sfruttato al massimo. Efficacia, scalabilità e successo delle iniziative smart, sottolineano Cisco e DTI, sono determinate da tre fattori tecnologici: infrastrutture di rete sicure, affidabili, capillari e virtualizzabili; sistemi efficaci per raccogliere, conservare e analizzare i dati; piattaforme applicative orientate tanto alla gestione centrale quanto ai singoli sistemi e servizi. Resta infine il tema della comunicazione dei progetti. Anche il progetto meglio studiato si arena se non viene capito e fatto proprio. Il motivo? I cittadini a cui si rivolge non hanno consapevolezza di come usare quanto viene messo a disposizione.

Fonte: Repubblica.it