Come cambia la mobilità nelle città metropolitane: la nuova analisi di Isfort-Audimob

14 Gennaio 2015

Nelle città metropolitane, in un giorno medio feriale, 6 spostamenti su 10 si compiono con il mezzo privato. Le quote percentuali maggiori per spostamenti con mezzi pubblici si registrano a Milano (22,1%) e Roma (22,2%). Le città in cui i cittadini sarebbero più propensi a un cambio modale dall’auto al trasporto pubblico o alla mobilità dolce sarebbero Roma e Napoli.
Secondo l’Osservatorio Audimob di Isfort: nella fase pre-crisi economica – scrivono gli analisti – i cittadini non mostravano segnali particolarmente forti di propensione al cambio modale; solo il 22,9% si dichiarava pronto a una diminuzione dell’uso dell’auto privata e il 25,7% esprimeva il desiderio di voler aumentare l’uso del mezzo pubblico.
La disponibilità sarebbe però aumentata negli anni della recessione economica e, in particolare nell’ultimo periodo (2011-2013), separarsi dall’auto attraversa i pensieri del 38,4% dei residenti nelle città metropolitane e la scelta del trasporto pubblico diventa una possibile alternativa per il 44,4% di loro (46,1% nei capoluoghi).
Il maggior uso del mezzo privato nelle città metropolitane va a discapito delle quote percentuali sia degli spostamenti a piedi o in bici, sia di quelli con il mezzo pubblico, anche in questo caso i dati rilevati nei comuni capoluogo si discostano dai valori medi generali. Nel 2011-2013 il 46,5% degli spostamenti dei residenti nei comuni capoluogo avviene con un mezzo sostenibile (23% a piedi o in bici e il 23,5% con il mezzo pubblico), ma la quota percentuale cala al 37,8% quando il dato riguarda l’intera estensione amministrativa delle città metropolitane.
Nel triennio 2011-2013 la provincia più virtuosa per il minor uso dell’auto è Venezia con il 52,3%, segue però Milano con il 56,9%. Se parliamo di quote percentuali maggiori per spostamenti con mezzi pubblici ai primi posti tra le città metropolitane si posizionano Milano (22,1%) e Roma (22,2%).
Secondo i sondaggi di Isfort, Roma e Napoli sarebbero le metropoli dove i cittadini interessati a un minor uso dell’auto superano il 40%, e quelli favorevoli a un maggior uso del mezzo pubblico si attestano intorno al 51%. (NdR: ricordiamo che le indagini Audimob sono effettuate con metodo CATI, sondaggi telefonici che vengono effettuati su un campione annuale di 7.500 persone tra i 14 e gli 80 anni stratificato per regione, per sesso e per classi di età).
Stando agli analisti di Isfort: “Crisi economica, città caotiche immerse nello smog e invase dal traffico, segnali di apertura al cambiamento da parte dei cittadini e forse anche un po’ di coscienza ambientale portano a pensare che è il momento adatto per promuovere politiche di mobilità sostenibile”.
“Un obiettivo a breve termine potrebbe essere modificare abitudini strutturate come quelle dell’uso dell’auto per brevi tragitti che, tra l’altro, non prevedono spostamenti successivi nell’arco della giornata Si parla di percorsi inferiori ai 3 km (3,7% degli spostamenti  totali) o di quelli fino a 5 km (6,4% degli spostamenti totali), poco più di 1 milione di viaggi giornalieri nel primo caso che arrivano a 2,2 milioni nel secondo esempio. Di questi spostamenti poco meno della metà sono ascrivibili ai residenti nei comuni capoluogo delle città metropolitane, sono quindi percorsi all’interno di grandi città che potrebbero essere facilitati da camminamenti pedonali, piste ciclabili  e mezzi pubblici più frequenti.”
Ipotizzando di spostare su qualsiasi mezzo alternativo gli spostamenti in auto fino 3 km dei residenti nei capoluoghi, il risultato porterebbe a circa 200 milioni di km-auto in meno per anno, con un risparmio di almeno 20 mila tonnellate di CO2.

Fonte: Eco dalle Città