Copenhagenize Index per le città bike-friendly: l’Italia manca all’appello

17 Settembre 2019

Retro vintage red bike on cobblestone street in the old town. Color in black and whiteNessuna città italiana nelle 20 più bike-friendly al mondo. Questo è uno dei risultati del Copenhagenize Index, la speciale classifica che dal 2011 ogni due anni valuta le città più a misura di bicicletta fra centri di tutto il pianeta.
La vetta spetta a Copenaghen, mentre la piazze d’onore di un podio tutto nordeuropeo sono occupate da Amsterdam (seconda) e Utrecht (terza).
Seguono, nell’ordine: Anversa, Strasburgo, Bordeaux, Oslo, Parigi, Vienna, Helsinki, Brema e Bogotà (entrambe new entries), Barcellona, Lubiana, Berlino, Tokyo, Taipei (new entry), Montréal, Vancouver (new entry) e Amburgo.
Sebbene stilato da una società privata e senza pretese di esaustività, l’Index è tuttavia una delle poche ricerche che valuta nel complesso un ambito sempre più centrale nella definizione delle politiche urbane. Nasce come una ricerca a uso interno che prende in considerazione città con oltre 600.000 abitanti.
Le città sono esaminate attraverso la lente di 13 parametri raggruppati all’interno di tre macro-categorie. Per ogni parametro è ottenibile un punteggio compreso tra 0 e 4 punti.
Streetscape include la qualità delle infrastrutture (esistenza di percorsi separati, manutenzione, priorità alla mobilità lenta nelle strade a uso promiscuo e presenza di una rete di ‘autostrade ciclabili’ che collega il centro con l’area metropolitana), servizi e dotazioni (soprattutto presenza di stalli e parcheggi) e azioni di calmierazione del traffico (priorità a ciclisti e pedoni e limitazione della velocità).
Alla formazione di una cultura della mobilità lenta è riservato lo spazio maggiore, a cui vengono dedicati ben sei parametri. Questi comprendono il ‘gender split’ (che premia la promozione dell’utilizzo uniforme tra uomini e donne); il ricorso alla bicicletta come principale mezzo di trasporto rispetto a quelli disponibili e la crescita di questo parametro negli ultimi dieci anni; la presenza di ‘biciclette cargo’ con cui movimentare oggetti; una comunicazione che trasferisca sempre di più il mantenimento della sicurezza sulle strade nelle responsabilità dei veicoli a motore e renda sempre di più le biciclette il primo e normale mezzo di trasporto.
Gli ultimi quattro parametri sono infine raggruppati sotto il comune cappello dell’Ambizione. “Advocacy” valuta l’azione di promozione e disseminazione della cultura della bicicletta da parte anche di associazioni locali. “Politics”, “Bike Share” e “Urban Planning” valutano l’indispensabile azione delle amministrazioni pubbliche nella definizione di piani, strategie e progetti di sviluppo della mobilità ciclabile che, a partire dalla presenza di servizi di bike sharing, arriva alla definizione di regolamenti di utilizzo delle strade e dei mezzi, fino alla presenza di una divisione appositamente dedicata alla mobilità ciclabile all’interno degli uffici cittadini.
Fra le nuove entrate, Bogotà è l’unica città presente tra quelle a sud dell’Equatore e occupa la 12° posizione. La capitale della Colombia è una metropoli da oltre 7 milioni di abitanti dalle condizioni difficili e con un traffico veicolare altamente congestionato che sta lavorando per portare al 10% gli spostamenti della popolazione in bicicletta entro il 2020 (partendo dal 6% del 2015).
Le azioni attuate negli ultimi anni sono state molteplici, portate avanti da un sindaco particolarmente attivo nella promozione della cultura della bicicletta. Mentre da una parte è fiorente l’attività delle associazioni e presente la proposta di tour guidati e appuntamenti su due ruote, la città si è posta di raggiungere l’ambizioso obiettivo di una pista ciclabile a 500 m da ogni abitazione.
Bogotà conta 540 km di piste ciclabili a cui entro il 2020 dovrebbero aggiungersene altri 200. Sono in corso progetti condivisi con l’azienda dei trasporti per la realizzazione di nuovi veri e propri garage di interscambio. Ad oggi sono 13 mentre 13.000 sono i nuovi parcheggi che entro il 2027 si aggiungeranno ai 2.500 già presenti. A questi progetti si affiancano le campagne per l’uso del casco e lo studio e pubblicazione di nuovi regolamenti per la progettazione delle nuove infrastrutture.

Fonte: Teknoring