Covid-19: ecco come cambierà la mobilità universitaria

19 Ottobre 2020

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Sono stati presentati giovedì 8 ottobre i risultati locali del report “Indagine nazionale sulla mobilità casa-università al tempo del Covid-19”, realizzato dalla Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), che ha analizzato il comportamento di 85.000 persone rappresentative della popolazione accademica. L’indagine, avviata lo scorso luglio, si è basata su un questionario somministrato online agli studenti, ai docenti e al personale tecnico-amministrativo di 51 atenei italiani. Due gli scenari ipotizzati nel questionario: il virus è pressoché debellato e i contagi sono ridotti; il virus è ancora pericoloso, il contagio è rallentato ma prosegue. Purtroppo il più attuale.

Il Gruppo Mobilità di UniTO-GO (Unito GreenOffice), la struttura di coordinamento e progetto sulle politiche di sostenibilità ambientale dell’Università di Torino, ha analizzato le risposte di un campione di 8655 persone rappresentativo della popolazione accademica di UniTo e composto per il 70% da studenti, il 16% da docenti o ricercatori e il 14% da personale-tecnico-amministrativo.

Secondo i dati del rapporto, in uno scenario ad alto rischio sanitario, purtroppo quello più attuale, il 33,7% degli intervistati prevede di cambiare il modo di spostarsi da casa verso una sede universitaria. I cambiamenti più significativi si avranno tra gli utenti del trasporto collettivo. Nello scenario più critico, purtroppo quello più attuale, circa il 21% degli utenti del trasporto pubblico cambierà scelta modale, dividendosi in quote pressoché equivalenti tra chi passerà all’auto propria (11,2%) e chi alla mobilità attiva, bicicletta o a piedi, (9,8%.).

“Se è positivo che metà dei cambiamenti vadano verso la sostenibilità va ricordato che tra gli studenti la disponibilità di proprie auto non è universale”, ha dichiarato il Prof. Andrea Scagni, docente dell’Università di Torino e coordinatore del Gruppo Mobilità di UniTO-GO. “Solo il 50% del campione dichiara di disporre di un’auto per spostarsi quando vuole verso l’università; e se si guarda solo a chi l’auto ce l’ha, il tasso di cambiamento verso la mobilità attiva è più limitato. Naturalmente conta anche la distanza casa-università: tra i “fuggitivi” dal Trasporto Pubblico Locale che vivono entro 5-6 km viene scelta maggiormente la mobilità attiva. Esiste tuttavia anche una quota di neo-automobilisti sulle ridotte distanze, sui quali si devono concentrare gli sforzi di incentivazione e sensibilizzazione: si tratta infatti di persone per cui una scelta di mobilità attiva è maggiormente possibile, se non addirittura personalmente vantaggiosa”.

Fonte: UNITONews