Francia: obbligatoria l’Indemnité Kilométrique Vélo per il percorso casa-lavoro?

25 Gennaio 2018

La bicicletta rappresenta solo il 3% della quota modale del pendolarismo in Francia. Tuttavia, con le questioni relative alla riduzione del gas serra, oltralpe c’è tutto l’interesse a promuoverne l’uso grazie al dibattito pubblico che si sta creando attorno alla Indemnité Kilométrique Vélo (IKV), l’indennità prevista dalla legislazione francese, grazie alla legge sulla transizione energetica, che prevede una remunerazione di 25cent/km per tutti i dipendenti di aziende private che utilizzano la bicicletta per andare a lavoro.
Ad oggi solo 85 aziende private hanno promosso questa iniziativa per i loro dipendenti, ma a fine dicembre un gruppo di associazioni legate al mondo della bicicletta, ONG e think tank, guidate da Matthieu Orphelin hanno presentato alla Ministra dei Trasporti Élisabeth Borne un dossier nel quale si mettono in mostra tutti i benefici dell’estensione obbligatoria della IKV a tutte le aziende, sia pubbliche che private.
Un dossier subito sostenuto dalla Ministra che ha già annunciato novità nella prima parte del 2018 con un annuncio fatto in seguito alla pubblicazione dei dati relativi agli incidenti avvenuti sulle strade francesi nel 2017.
Tuttavia, una misura che assegna al dipendente fino a 35 € al mese gli consentirebbe di rendere redditizio l’acquisto della bici e le riparazioni relative ad un uso quotidiano, nonché il costo delle attrezzature. D’altra parte, metterebbe la bici su un piano di parità con altri mezzi di trasporto come l’auto personale soggetta a un’indennità chilometrica e il trasporto pubblico rimborsato fino al 50% dal datore di lavoro.
Nelle aziende che hanno attuato la IKV, i risultati sono promettenti, come sottolinea l’Ademe (l’Agenzia pubblica per il controllo dell’ambiente e dell’energia) dopo il feedback ottenuto dalle aziende che lo hanno sperimentato: “nelle aziende è stato registrato un aumento della quota di biciclette rispetto alle altre modalità di trasporto del 50% dopo alcuni mesi e del 125% dopo un anno”.
In pratica se l’IKV fosse generalizzato e reso obbligatorio in tutta la Francia, raddoppierebbe il numero di utenti giornalieri della bici, da 700.000 a 1.4 milioni. “Non c’è nulla di impossibile – dice Matthieu Orphelin – dal momento che il 75% dei percorsi casa lavoro sono a meno di 5 km e il 70% di questi viaggi vengono effettuati in auto”,
Oltre ai benefici riconosciuti di un’attività sportiva sulla salute (aiuta a prevenire l’obesità, il diabete, il cancro e gli infarti), il ciclismo sembra avere un impatto positivo sull’assenteismo, quest’ultimo ridotto del 15% tra i dipendenti delle aziende che hanno introdotto l’indennità. Così le aziende aumentano la loro produttiva e i costi della IKV vengono ammortizzati rapidamente.
Tralasciando la potenziale riduzione delle emissioni di gas serra che si otterrebbe con l’obbligatorietà delle Indemnité Kilométrique Vélo, i ciclisti vorrebbero ancora vedere aumentare la loro sicurezza, il numero di servizi (in particolare i parcheggi di interscambio vicino alle stazioni) e una migliore dissociazione delle piste ciclabili dalle carreggiate dedicate al solo traffico veicolare. Obiettivi questi più lunghi da realizzare a causa della costruzione di nuove infrastrutture, ma con l’estensione della Ikv sembra più facile e veloce far lasciare l’auto a casa per gli spostamenti verso i luoghi di lavoro.

Fonte: Eco dalle Città