Pubblicato il 14° Rapporto Isfort sulla Mobilità in Italia

21 Aprile 2017

Nel 2016 gli italiani hanno dedicato 40 milioni di ore al giorno per gli spostamenti. Questo il dato riportato dal 14° Rapporto sulla Mobilità in Italia, realizzato da Isfort con l’apporto di Asstra e Anav, e presentato a Roma nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati. I dati dell’Osservatorio “Audimob” suggeriscono di prestare maggiore attenzione a fenomeni come la continua crescita della domanda: negli ultimi 15 anni, la domanda complessiva di mobilità, in Italia, si è contratta del 15,2% e anche il numero dei passeggeri-chilometro totali è diminuito (rispetto al 2008) del 23,9% (da 1.561 a 1.188 milioni di pass.-km nel 2016).
Quanto alla mobilità sostenibile, nonostante il significativo miglioramento registrato nel 2016, i mezzi di trasporto più ecologici (piedi, bici, trasporto pubblico) perdono oltre sei punti di quota modale tra il 2002 e il 2016 (dal 37,2% al 31,1%). “Incidono su questo dato dinamiche strutturali (sprawl urbano) e oscillazioni congiunturali (prezzo dei carburanti), tuttavia è chiaro che le politiche pubbliche, centrali e locali, per la mobilità sostenibile alla prova dei fatti, e al di là della retorica, non sono state efficaci o addirittura sono state penalizzanti (in primo luogo il taglio delle risorse ai servizi al Tpl operato in molte regioni in anni recenti)”.
Torna la macchina come mezzo preferito per gli spostamenti. Sono 38 milioni le vetture che circolano nel nostro Paese, pari a un aumento che solo nell’ultimo triennio si è assestato sui 2,4 punti percentuali. Ciò porta il tasso di motorizzazione a raggiungere le 62,4 autovetture ogni 100 abitanti, il più alto in Europa dopo il Lussemburgo. Il mercato delle vendite di auto è infatti in significativa crescita nel 2016. Nel frattempo, il mercato del trasporto pubblico urbano rimane molto squilibrato, in particolare nelle aree metropolitane. L’analisi evidenzia il nodo strutturale della “carenza di ferro” nel trasporto delle aree urbane, come emerge anche dal confronto europeo. In Germania ci sono 646 chilometri di linee metropolitane, nel Regno Unito 672, in Spagna 601. Ma in Italia solo 235,9 chilometri, distribuiti in 14 aree urbane. Tuttavia è possibile l’avvio di un circuito virtuoso per la mobilità sostenibile tra maggiore attenzione delle politiche nazionali (risorse per materiale rotabile, investimenti nelle infrastrutture, ciclabilità, riforma del TPL) e i segnali provenienti dal mercato.
Ennio Cascetta, coordinatore della nuova struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in occasione della presentazione del Rapporto, ricorda infatti che la diversa ripartizione modale che distingue la mobilità italiana da quella degli altri Paesi europei si ripercuote sul reddito disponibile delle famiglie italiane. “Una rete inadeguata di TPL rappresenta per le famiglie italiane un extra-costo rispetto alla media europea sotto forma di tasse di possesso, assicurazione, carburante, pedaggi”, ha precisato Cascetta. Una sorta di spread della mobilità inefficiente che per le famiglie che vivono nelle medie e grandi città italiane significa spendere per muoversi circa 1500 euro all’anno in più rispetto alle famiglie delle città europee”.
“Occorre costruire una rete di servizi pubblici di trasporto in grado di migliorare la qualità della vita e competitività nelle aree metropolitane italiane e ridurre il gap infrastrutturale ancora molto rilevante nel nostro Paese”, spiega poi facendo riferimento alle misure contenute nell’allegato al Documento Economia e Finanza 2017, dal titolo “Connettere l’Italia: fabbisogni e progetti infrastrutturali che ridisegna la mappa delle priorità infrastrutturali del Paese al 2030”.
Cascetta ha così classificato la rete infrastrutturale prioritaria nazionale in tre classi: interventi “invarianti”, interventi da sottoporre a “project review” e opere selezionate in base a due nuovi strumenti previsti dal codice degli appalti: l’analisi di fattibilità e una valutazione ex ante dell’utilità dell’investimento.
Dal rapporto sulla mobilità emerge un altro dato significativo: i bus in Italia sono ormai anziani. Il parco circondante ha un’età media di 11,8 anni. Il Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile proposto dal Mit e previsto dalla legge di bilancio 2017 dovrebbe tuttavia ridare respiro a un settore strategico e una nuova prospettiva per gli investimenti del mercato rotabile. “A questo proposito, il governo ha già previsto uno stanziamento di 3,7 miliardi di euro fino al 2033 per il rinnovo del parco autobus”, ha concluso Cascetta.

Il Rapporto è disponibile nell’area riservata del sito TTS Italia (alla cartella “Libreria-Europe”).

Fonte: Eco dalle Città