Veicoli a guida autonoma: Google espande le sperimentazioni a Washington

29 Febbraio 2016

Alphabet, la società che controlla Google, ha dichiarato che le sperimentazioni per le sue self-driving car si espanderanno a Kirkland, in Washington, entro la fine del mese: si tratta della terza città in cui Google sta testando i propri veicoli autonomi e l’espansione sembra suggerire che il progetto prosegua in una direzione di crescita.
Google ha dichiarato in un comunicato che il motivo principale della nuova location sarebbe quello di avere a disposizione un territorio di diversa tipologia rispetto a quelli dei test precedenti: si tratta di fare esperienza in “un ambiente di guida diverso, con modelli di traffico e condizioni di strada differenti”, per poter testare le reali capacità del veicolo senza conducente.
Kirkland sorge in una zona particolarmente umida e piovosa che consente ai tester di Google di effettuare prove con la pioggia che, combinata con le strade di collina che caratterizzano il territorio, permetteranno la sperimentazione dei sensori a diverse angolazioni, altezze e condizioni atmosferiche.
Google ha iniziato un paio di settimane fa a mappare nel dettaglio le strade che si trovano a nord di Kirkland, in modo da poter avere quanti più dati e informazioni possibili per consentire alle self-driving car di cominciare a muoversi nel territorio.
Il Governatore di Washington Jay Inslee ha rilasciato dichiarazioni entusiaste sui test che verranno effettuati a breve: “non vediamo l’ora di vedere le auto alla prova su strada, per poter capire meglio come le self-driving car potrebbero un giorno migliorare la sicurezza stradare e alleviare il traffico“.
Google ha inoltre affermato che il suo software per l’auto-guida è già stato testato per oltre 1,4 milioni di miglia: infatti, il gigante tecnologico ha condotto finora le sperimentazioni dei propri veicoli autonomi per i primi sei anni a Mountain View in California e, l’estate scorsa, ha allargato i test ad Austin, in Texas, su strade molto più trafficate.

Fonte: TechEconomy