30 May 2025
Lo stress da lavoro correlato ha un impatto negativo sulla guida, secondo oltre 9 conducenti di veicoli commerciali su 10 (e, in Italia, il dato è addirittura lievemente superiore alla media europea: 94% contro 91%). È quanto emerge dall’indagine The Unseen Toll: Driver Stress and Road Safety – “Il pedaggio invisibile: stress dei conducenti e sicurezza stradale”, recentemente condotta a livello paneuropeo da Geotab, leader globale nelle soluzioni per veicoli connessi, presentata in occasione del Geotab Day 2025, in scena a Milano il 27 maggio.
Nel mese di aprile 2025, Geotab ha infatti intervistato 3.501 conducenti di veicoli commerciali in Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito. Tra gli intervistati, quasi tutti (95%) ritengono che il rischio di incidenti sia aumentato negli ultimi cinque anni, con il 61% di loro che addirittura considera l’incremento significativo.
Uno sguardo sull’Italia
Osservando i dati per nazione, l’Italia detiene un triste primato in termini di abitudini di guida pericolose riscontrate: la distrazione causata dall’uso del cellulare è stata infatti citata dal 59% dei rispondenti, contro una media europea del 42%. Altri problemi comunemente osservati, anche nel nostro Paese, sono stati l’eccessiva velocità da parte di altri veicoli (39%) e la guida generalmente scorretta (37%), oltre alla presenza di biciclette e monopattini elettrici che non rispettano i semafori (35%).
Probabilmente anche a causa dello stato del manto stradale, gli autisti italiani sembrano inoltre temere maggiormente, rispetto alla media, i terreni sconnessi: ben il 70% dei rispondenti, contro il 64% del dato europeo, è preoccupato che una buca possa causare un incidente o un infortunio.
Infine, gli autotrasportatori del Bel Paese sembrano essere particolarmente consapevoli della rilevanza di stress e salute mentale come fattori chiave che contribuiscono all’aumento dei pericoli su strada (80%, rispetto al 70% della media degli altri Paesi). In questo contesto, oltre 4 conducenti italiani su 10 (44%) dichiarano di ricevere poco nessun supporto da parte della propria azienda per quanto riguarda le questioni relative allo stress o alla salute mentale: nonostante ciò, solo il 34% ha pensato concretamente di lasciare il lavoro nell’ultimo anno.
Usare efficacemente la tecnologia
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, in Italia si è rilevata una particolare propensione ad abbracciare l’innovazione. Quasi 8 autisti su 10 (77%, rispetto alla media europea del 69%, sono infatti favorevoli all’adozione di tecnologie volte a migliorare le prestazioni di guida. I risultati della survey mostrano quindi chiaramente la necessità di investire maggiormente nell’assistenza ai conducenti, nella gestione dello stress e nella promozione di una cultura della sicurezza.
Poca attenzione alla salute mentale
Le crescenti pressioni lavorative sembrano contribuire attivamente allo stress. La metà degli autisti intervistati ha infatti ammesso di sentire regolarmente la necessità di infrangere i limiti di velocità per completare il proprio lavoro in tempo. Va un po’ meglio, rispetto alla media, in Italia, dove questa situazione è stata segnalata “solo” dal 39% dei conducenti – contro una media ben più alta in Irlanda (64%), Paesi Bassi (62%) e Germania (59%).
Inoltre, quasi due terzi degli intervistati (64%) hanno dichiarato che sono il traffico eccessivo o i lavori stradali a rendere difficile portare a termine tutte le consegne: questa sfida è particolarmente sentita in Spagna (78%), mentre il dato della nostra Penisola è invece in linea con le altre nazioni europee.
In un contesto di crescente pressione lavorativa, poi, molti conducenti non si sentono adeguatamente supportati dalla propria azienda. Infatti, circa la metà degli autisti (il 55% in Europa e il 45% in Italia) non si sente a proprio agio nel rivolgersi al datore di lavoro per ottenere supporto in caso di stress e altri problemi legati alla salute mentale (questa percentuale sale al 66% in Irlanda e al 60% in Germania). Del resto, oltre un terzo dei rispondenti (37%) dichiara che il proprio datore di lavoro, per questo tipo di questioni, offre un basso livello di supporto o, addirittura, nessuno, in particolare in Spagna (50%) e in Francia (48%).
Gli effetti delle tensioni accumulate sono evidenti: quasi la metà degli intervistati (47%) ha preso in considerazione l’idea di lasciare il lavoro negli ultimi 12 mesi (con punte del 66% in Irlanda e del 58% nei Paesi Bassi). Questo avviene in un momento in cui, in Europa, sono già vacanti oltre 200.000 posizioni lavorative nel settore dell’autotrasporto – numero che, secondo McKinsey, è destinato a salire a 745.000 entro il 2028.
“Questi risultati ci ricordano le pressioni a cui sono sottoposti i conducenti di veicoli commerciali, il cui impatto ricade sulle nostre strade e su tutti noi. L’economia europea fa grande affidamento sul trasporto commerciale, ma lo stress spinge molti addetti ad abbandonare il settore, mettendo a rischio la sicurezza stradale”, ha dichiarato Edward Kulperger, Senior Vice President di Geotab EMEA.
“Gli autisti devono affrontare un notevole stress da lavoro correlato, sono quotidianamente testimoni di comportamenti pericolosi e spesso si ritrovano incalzati dalle tempistiche; eppure, molti di loro, non si sentono supportati o non sono a proprio agio nel cercare aiuto. Queste sfide non sono limitate all’Europa, come dimostrano i risultati di una nostra recente indagine che ha coinvolto gli autisti del Nord America. Considerando che quasi la metà degli operatori del settore sta pensando di licenziarsi – in un contesto in cui già si delinea una carenza di conducenti – è fondamentale per i datori di lavoro fornire ai propri dipendenti un migliore sostegno alla salute mentale”.
“Come industria, dobbiamo dare priorità al benessere dei dipendenti, sfruttando i dati e la tecnologia non solo a favore dell’efficienza, ma anche per creare, proattivamente, ambienti di lavoro più sicuri e meno stressanti. È necessario un impegno concreto per mantenere le strade sicure e le filiere in movimento”, ha aggiunto Kulperger.
Affrontare queste sfide è insomma fondamentale, sia per il benessere dei conducenti che per l’efficienza delle flotte: dare priorità alla sicurezza consente infatti di ridurre gli incidenti, contenere i costi assicurativi, di riparazione e di fermo dei mezzi. L’implementazione di robusti programmi di sicurezza, supportati da dati raccolti grazie alla telematica e da modelli di intelligenza artificiale avanzati, consente interventi proattivi. Individuando i rischi, promuovendo abitudini di guida più sicure e monitorando gli indicatori di benessere, le flotte possono aumentare la sicurezza, migliorare la produttività e ottenere significativi risparmi sui costi – sfruttando la tecnologia, che i conducenti sono già pronti ad adottare.
Il report completo è disponibile qui
Fonte: Geotab