Riforma dei porti: approvato il decreto

22 January 2016

Approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto di riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali. Il provvedimento, presentato dal Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, si inserisce nelle politiche e nelle azioni per il rilancio della portualità e della logistica intrapreso dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio.
Una rivoluzione per i porti italiani, che vengono così riorganizzati in 15 Autorità di sistema portuale, centri decisionali strategici con sedi nelle realtà maggiori: Genova, La Spezia, Livorno, Civitavecchia, Cagliari, Napoli, Palermo, Catania, Gioia Tauro, Taranto, Bari, Ancona, Ravenna, Venezia e Trieste.
La riforma è nata dall’esigenza di semplificare le procedure del transito di merci e passeggeri e per attivare centri decisionali strategici rispetto all’attività di porti in aree omogenee, ma anche per ridare slancio all’organizzazione amministrativa e al coordinamento centrale con il Ministero.
Lo Sportello Unico Doganale e dei Controlli – sotto il coordinamento funzionale dell’Agenzia delle Dogane – e lo Sportello Amministrativo Unico, sostituiranno gli attuali 113 procedimenti amministrativi, svolti da 23 soggetti.
Il decreto prevede che alle nuove Autorità di sistema portuale faranno riferimento 54 porti di rilevanza nazionale. Le Regioni possono chiedere l’inserimento nelle Autorità di Sistema di ulteriori porti di rilevanza regionale.
Le 15 Autorità di Sistema Portuale avranno un ruolo strategico di indirizzo, programmazione e coordinamento del sistema dei porti della propria area, con funzioni di attrazione degli investimenti sui diversi scali e di raccordo delle amministrazioni pubbliche. Stretta la relazione con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in particolare per il Piano Regolatore di Sistema Portuale e i programmi infrastrutturali con contributi nazionali o comunitari.
L’Autorità di Sistema Portuale sarà governata in modo snello: il Presidente, il Comitato di gestione – cioè un board ristretto a poche persone – il Segretario Generale, il Collegio dei Revisori dei Conti. Rispetto agli attuali Comitati Portuali, si passa da circa 336 membri a livello nazionale si passa a circa 70.
Per garantire la coerenza con la strategia nazionale viene istituito al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il Tavolo nazionale di coordinamento delle Autorità di Sistema Portuale. Per il necessario dialogo con i soggetti economici e sociali attivi nei porti è previsto in ciascuna Autorità di Sistema Portuale un Tavolo di Partenariato della Risorsa Mare, con funzioni consultive di partenariato economico-sociale.
“I porti italiani ora faranno sistema – afferma il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio – si compiono scelte strategiche, si semplificano i processi. La sfida è quella del confronto con le grandi potenze portuali del mondo, il Nord Europa, il Nord Africa, il Pireo, il Far East. La Risorsa Mare torna centrale in Italia. Queste innovazioni servono a rendere concreta quella ‘cura dell’acqua’ che abbiamo avviato e a valorizzare il Sistema Mare, che è uno dei nostri principali asset economici, attraverso il quale transita il 70% delle merci italiane”.

Fonte: www.trasporti-italia.com