Smart City: cresce l’interesse tra i Comuni italiani

12 May 2022

L’Osservatorio Smart City della School of Management del Politecnico di Milano, socio ordinario di TTS Italia, ha presentato il Report “Smart City: il punto di vista dei Comuni italiani” con i risultati di una survey somministrata ai Comuni italiani per rilevare lo stato dell’arte dei Progetti Smart City al 2021, da cui emerge l’aumento di Progetti di Smart City, anche in relazione ai finanziamenti previsti nel PNRR, anche se sono soprattutto le città sopra i 15.000 abitanti a dotarsi delle tecnologie e soluzioni smart, e non mancano le difficoltà legate alle competenze del personale.

Quasi un Comune italiano su tre (il 28%) ha avviato almeno un progetto nell’ultimo triennio, una percentuale che sale al 50% in quelli più grandi, con oltre 15 mila abitanti. Una percentuale destinata a crescere ancora nel prossimo triennio, con il 33% dei Comuni che vuole investire nelle città intelligenti entro il 2024, anche sulla spinta del PNRR che prevede oltre 10 miliardi di finanziamenti dedicati all’interno delle diverse missioni.

Metà dei progetti di Smart City in Italia si trova in fase esecutiva, nel 2020 erano solo 1 su 4, segnale di un consolidamento delle soluzioni, che non sono più semplici sperimentazioni. I progetti attivi riguardano in maggioranza la sicurezza e il controllo del territorio (58% di quelli censiti), la smart mobility (57%) e l’illuminazione pubblica (56%). A fronte di questo aumento di interesse, restano però delle barriere che fanno sì che il potenziale di questa rivoluzione sia colto solo in parte. I principali ostacoli riscontrati nella realizzazione di progetti smart per la città sono la mancanza di competenze, che interessa ben il 47% dei Comuni italiani, e la mancanza di risorse economiche (43%), mentre hanno un peso inferiore le complessità burocratiche (24%), le difficoltà di coordinamento con altri attori (14%) e le resistenze interne al Comune (9%).

La maggioranza delle amministrazioni comunali (il 69%) è pronta a ricorrere ai fondi del PNRR per la Smart City, investendo soprattutto in interventi di digitalizzazione e innovazione (76%), infrastrutture sostenibili (61%) e transizione ecologica (56%). Secondo le stime dell’Osservatorio, i finanziamenti dedicati alle città intelligenti superano i 10 miliardi di euro.

Nella Missione 2. Rivoluzione verde e transizione ecologica, ad esempio, sono previsti interventi per lo sviluppo di un trasporto pubblico locale più sostenibile, col rafforzamento della mobilità ciclistica, del trasporto rapido di massa e delle infrastrutture di ricarica elettrica. Progetti di Smart City, in particolare di smart building, rientrano anche nei fondi stanziati per l’efficienza energetica e la riqualificazione di edifici pubblici come scuole, sedi giudiziarie e unità abitative pubbliche, in cui tecnologie IoT e di Smart Metering saranno impiegate per ridurre i relativi consumi energetici.

Anche i Fondi del Programma Orizzonte Europa 2022-23 sono disponibili per avviare i percorsi per città intelligenti e innovative. La Commissione UE ha appena annunciato le 100 città dell’UE che parteciperanno alla Missione “100 città intelligenti e a impatto climatico zero entro il 2030”, tra le quali ci sono anche 9 città italiane.

Le applicazioni di Smart City consentono di raccogliere moltissimi dati. Dalle abitudini dei cittadini, alla rilevazione dei consumi energetici fino al monitoraggio del territorio. Una vera e propria miniera d’oro che, se attentamente studiata e analizzata, può generare valore ed essere utilizzata per migliorare la vita dei cittadini. Tuttavia, il 40% dei Comuni non utilizza ancora adeguatamente i dati raccolti, anche se il 33% ha intenzione di farlo in futuro, riconoscendone l’importanza strategica e dando segnali positivi per i prossimi anni.

Nell’ambito della ricerca, sono state formalizzate sei modalità di valorizzazione dei dati derivanti da progetti di smart city, che sia gli enti pubblici che gli attori privati possono implementare. Tra di esse, alcune sono: l’ottimizzazione dei processi, il supporto alla definizione di politiche pubbliche e la monetizzazione di prodotti e servizi.

Fonte: Regioni & Ambiente